Bisogna sfatare il mito secondo il quale l’osteopatia si occupi solo del trattamento del dolore localizzato nelle articolazioni, muscoli, schiena e collo. I trattamenti osteopatici infatti si possono rilevare utili ad alleviare gli effetti secondari sul corpo causati da disturbi di origine viscerale e cranio sacrale.
Esistono, infatti, delle situazioni piuttosto comuni legate alle varie fasi della vita intrauterina (posizionamento) oppure durante il parto, dove le ossa del cranio non sono ancora saldate e spesso vi è una deformazione parafisiologica, così come durante i primi mesi di vita, situazioni che possono influire sul corretto sviluppo delle funzioni corporee e muscolo scheletriche del bambino.
L’osteopata, anche in questi casi può, attraverso una diagnosi differenziale osteopatica, valutare se ci sono disfunzioni legate alla sfera digestiva e in particolar modo al reflusso non fisiologico, che affligge una buona percentuale (circa il 40%) di infanti; oppure legate alla sfera psicoemotiva, come per esempio irrequietezza e i disturbi del sonno. Inoltre, possono subentrare ulteriori disfunzioni legate alle coliche addominali e stitichezza, a difetti di suzione, otiti ricorrenti o, con il passare degli anni, all’appoggio plantare e a dismorfismi come, ad esempio, la scoliosi.
I trattamenti osteopatici potranno aiutare il bimbo a migliorarne i sintomi comuni, come il reflusso gastroesofageo o le coliche gassose del neonato grazie a trattamenti manipolativi non invasivi, che possono migliorare le restrizioni di mobilità della regione addominale, diaframmatica, toracica o cervicale e contribuire al benessere del bambino, collaborando nel tempo al miglioramento di vizi o difetti posturali in collaborazione anche con altri professionisti come i fisioterapisti.
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Le foto di seguito mostrano un trattamento su un neonato paziente, di norma sia i neonati che i bambini vengono trattati senza abiti.